Last Updated on 9 Agosto 2021 by Paolo

Questa è una piccola guida che illustra i passi necessari per realizzare una sfagnera adatta ad ospitare alcune orchidee di palude.

La sua realizzazione richiede non più di 10/15 minuti e non è assolutamente complessa. Consiglio di leggere TUTTO l’articolo prima di procedere con la realizzazione della sfagnera in quanto alcuni suggerimenti presenti nella sezione “Note” potrebbero modificare leggermente la procedura.

materiali

  • contenitore in plastica per alimenti bianco, alto almeno una decina di cm. (quello dell’esempio è da 9lt), SENZA FORI DI DRENAGGIO dal momento che stiamo realizzando una mini-palude e l’acqua non deve colare via
  • vaso in plastica quadrato alto più o meno come il contenitore bianco dimensioni 5x5cm o 7x7cm, preferibilmente bianco ma va bene anche nero
  • sfagno vivo (si può reperire da rivenditori di piante carnivore, es. Giardino Carnivoro, in questo caso utilizzerò quello risultante della rasatura di una sfagnera pre-esistente)
  • sfagno secco sbriciolato
  • torba bionda acida di sfagno (io uso quella di Giardino Carnivoro che è ottima)
  • perlite
  • acqua demineralizzata con conduttività inferiore a 50µS (se possibile anche meno)
  • un telo di TNT (opzionale, vedi “Note“)

strumenti

  • spruzzatore con acqua demineralizzata
  • forbici
  • mascherina FFP2 (utile quando si lavora con la perlite le cui polveri possono far male alle vie respiratorie)

procedimento

leggere fino in fondo questo documento in modo da avere chiaro tutto il procedimento, quindi riempire per 3/4 il contenitore con la torba bionda acida di sfagno

aggiungere abbondante acqua  demineralizzata al fine di ottenere un impasto ben impregnato e lavorare pazientemente con le mani (non abbiate paura di mettere troppa acqua, l’eventuale eccesso evaporerà in qualche ora) fino a che tutta la torba risulterà ben bagnata

accostare l’impasto di acqua e torba  da un lato in modo da lasciare uno spazio pari ad un terzo del contenitore nel quale versare della perlite (ATTENZIONE: non eseguire questa operazione in giornate ventose, i residui polverosi della perlite possono essere dannosi per le vie respiratorie) avendo cura di spruzzarla immediatamente con acqua demineralizzata per evitare che il minimo soffio d’aria la faccia volare via

trasferire il tutto in un contenitore più grande, amalgamare per bene e versare nuovamente l’impasto ottenuto nel contenitore definitivo avendo cura di posizionare in un angolo il vasetto quadrato che ci servirà per irrigare la sfagnera senza smuovere il terreno, pressando leggermente il tutto

cospargere la superficie della torba con uno strato di circa 1 cm di sfagno secco sbriciolato (aiutarsi con le forbici per ridurlo in briciole, se necessario) stabilizzandolo con una buona vaporizzazione di acqua demineralizzata e pressandolo con i palmi delle mani per distribuire al meglio l’acqua, questo strato servirà ad evitare che i tannini della torba possano andare a macchiare lo sfagno vivo che posizioneremo in seguito

posizionare sopra lo strato di sfagno secco lo sfagno vivo avendo cura di distribuirlo in più punti distanti tra loro così da non lasciare zone scoperte troppo ampie qualora non ce ne fosse a sufficienza (in poche settimane gli eventuali “buchi” verranno coperti) ed alla fine pressare bene con le mani spruzzando abbondantemente la superficie con acqua demineralizzata

Una volta terminato il lavoro posizionare per qualche giorno la sfagnera in un luogo molto luminoso in modo da evitare il sole delle ore centrali, aggiungendo frequentemente acqua demineralizzata nel vasetto nero che abbiamo posizionato nell’angolo del vaso bianco.

Note

Un difetto di questa sfagnera è il progressivo accumulo di sali minerali derivanti dalla continua immissione di acqua che, sebbene demineralizzata, non è mai purissima. 
Dal momento che la sfagnera è soggetta ad una continua evaporazione, l’acqua va via ma i sali restano sommandosi a quelli delle successive irrigazioni.
Un possibile rimedio potrebbe consistere nel foderare l’intero contenitore con un telo di TNT che potrebbe permettere di sollevare l’intera massa di torba facilitando l’eliminazione dell’acqua. 
Ad acqua smaltita e contenitore lavato, si potrebbe poi riposizionare l’intera massa e riprendere con le normali aggiunte di acqua.

ATTENZIONE AI MERLI e ad altri uccelli, io ho dovuto posizionare le sfagnere in un struttura chiusa con la rete per evitare il continuo furto di sfagno!!!

Per le sfagnere lasciate all’aperto, senza protezione nei confronti della pioggia, ho trovato comodo fare un qualche foro (diametro 2/3mm) su uno dei lati del contenitore bianco, ad un paio di cm dal bordo superiore, per permettere all’acqua in eccesso di uscire senza trascinare fuori la torba e/o lo sfagno.

Se tutto è andato bene, nel giro di qualche mese (stagioni permettendo), lo sfagno inizierà a crescere rigoglioso e periodicamente si renderà necessaria una leggera rasatura dello strato superiore. I residui di sfagno possono essere utilizzati per creare una nuova sfagnera.

Nella mia zona (Lazio) le temperature invernali non creano alcun problema alla sfagnera e, anche in caso di qualche notte sotto 0°C con conseguente congelamento della massa di acqua+torba+sfagno, non ci saranno problemi.
Nell’inverno 2020 le mie sfagnere si sono trasformate in blocchi di ghiaccio per due volte con temperature intorno a -4°C ed ora sono belle rigogliose; sarebbe interessante avere notizie in merito al comportamento dello sfagno a temperature sensibilmente più basse.

Per mantenere la sfagnera rigogliosa consiglio di non alzare i livello idrico al di sopra dello sfagno e di vaporizzare frequentemente la superficie con acqua demineralizzata, specialmente nei periodi più caldi od in fase di start-up.

La fertilizzazione è possibile, sebbene non necessaria, a patto che le piante che poi andremo a sistemare non ne siano danneggiate (la maggior parte delle piante di palude si è adattata nel tempo per vivere in luoghi a bassissimo contenuto di nutrienti) e comunque a dosi molto basse (< 1/4 di quella consigliata sulla confezione).